1989 Dieci storie per attraversare i muri
Dalla penna di E. Barceló, H. Böll, A. Camilleri, D. Daeninckx, M. Frisch, J. Kratochvil, L. Petruševskaja, I. Schulze, O. Tokarczuk, M. Vamós , edizioni Orecchio Acerbo.
Tra pochi giorni sarà il 30° anniversario della caduta del muro di Berlino, questo splendido libro è uscito 10 anni fa. Ed è importante e significativo come allora.
Questo sarà il libro che leggerò domani in due classi della scuola secondaria di I grado e giovedì lo farò ad una quinta della primaria per il progetto #Ioleggoperché …perché? Non solo perché si avvicina il 30° anno dalla caduta, ma soprattutto perché quel muro è simbolo di altri muri. I muri che si innalzano fra le persone per sospetto, per diffidenza, per presunzione, per paura. I muri che le persone, follemente, riescono ad innalzare intorno a sé per paura degli altri, quando forse quello che davvero li spaventa è l’horror vacui che hanno dentro di sé.
Questo libro, caratterizzato da illustrazioni bellissime e rigide, come rigido può essere un muro che separa, è costituito da dieci racconti, nati da dieci diverse ed altissime mani. Mani che ci raccontano cosa è un muro. Quale follia può portare erigere un muro di separazione dagli altri.
Quali e quanti muri esistono e sono esistiti?
Queste le parole di Orecchio Acerbo:
Israele-Cisgiordania. Stati Uniti-Messico. Corea del Nord-Corea del Sud. Cipro greca-Cipro turca. Spagna-Marocco. Arabia Saudita-Yemen. India-Pakistan. Thailandia-Malesia. Botswana-Zimbawe. Belfast. Bagdad. Hoek Van Holland. Padova. Famosi e quasi sconosciuti, grandi e piccoli, non c’è traccia di questi muri in “1989”. E nemmeno di quello di Berlino. Eppure sono loro i protagonisti indiscussi dei racconti. A guardarli, sembrano costruiti con mattoni, filo spinato, blocchi di cemento, corrente elettrica, sensori agli infrarossi. È solo apparenza. Tutti sono tenuti in piedi da un unico, misero impasto: diffidenza, egoismo, paura, odio. E mancanza d’immaginazione. La penna di dieci grandi scrittori e la matita di un altrettanto grande illustratore per un ideale, enorme graffito contro l’intolleranza. Per dieci racconti, ricchi di fantasia e colorate suggestioni, contro il tetro grigiore dei muri. Per nuovi, giovani architetti che alla ottusa rigidità dei muri sostituiscano l’acuta flessuosità dei ponti.
E dunque quali e quanti muri esistono? Sono solo fisici o anche psicologici?
Si possono attraversare i muri eretti tra gli uomini? Se ci rendiamo conto che i muri di separazione sono sempre costruiti dalla diffidenza, dall’odio, dal non riconoscimento dei diritti, della libertà e della dignità degli altri, dalla paura di chi non è uguale, dal terrore di perdere i propri privilegi, spesso di nascita, come nascere dalla parte fortunata del mondo, allora si, si possono superare ed abbattere. Anche perché i muri, e lo vedremo anche nel racconto di Andrea Camilleri, non chiudono solo chi ci fa paura, chi ci minaccia, chi è diverso da noi, chiudono anche noi che ci sentiamo minacciati. E la vita di chi si chiude e si estranea dagli altri è una vita orribile.
Rubo le parole di Paolo Cesari, editore di Orecchio Acerbo…
Dieci racconti, ricchi di fantasia e colorate suggestioni, dedicati ai bambini da alcuni fra i più grandi scrittori d’Europa.
Per un ideale, enorme graffito contro l’intolleranza e contro il tetro grigiore dei muri.
Per nuovi, giovani architetti che alla ottusa rigidità dei muri sostituiscono l’acuta flessuosità dei ponti.
Non mi resta che augurarvi buona lettura (e buon ascolto agli alunni e alle alunne) da me, la vostra libraia 🙂
Illustratore: Henning Wagenbreth
Editore: Orecchio Acerbo.